Guerra all’ultimo Social: Threads VS. Twitter

All’alba di luglio, Zuckerberg lancia il nuovo servizio social chiamato Threads basato sul microblogging, ovvero la condivisione di piccole forme di comunicazione (video, immagini, messaggi), minacciando con la sua presenza Twitter, che per tutta risposta in questi giorni sta affrontando una rivoluzione, con un nuovo nome ed un nuovo logo: dice addio al famoso uccellino blu.

Con l’attivazione di Threads, lo scorso 6 luglio, vengono rilevati del resto risultati da record.

Come evidenzia l’ultimo post Instagram del suo creatore, la nuova applicazione in cinque giorni raggiunge, con un successo inaspettato, 100 milioni di nuovi utenti, sviluppando una prima solida rete di utenza ed ottenendo risultati superiori a piattaforme concorrenti abitanti questo mondo digitale da molto più tempo.

Attualmente, l’applicazione si è diffusa su tutti gli App Store e Google Play di svariati paesi, a partire dagli Stati Uniti, toccando perfino le estremità del globo con il Sol Levante.

A questa nuova iniziativa, hanno aderito non solo celebrità internazionali, come lo chef pluristellato Gordon Ramsay e la cantante pop Shakira, ma anche grandi aziende; un caso eclatante è quello di Vogue, le quali usufruiscono della piattaforma per pubblicare testate in modo tale da raggiungere il loro target di riferimento.

Nonostante questa prima conquista mondiale, al momento-presente il prodotto di Zuckerberg non è riuscito ancora a penetrare i controlli governativi dell’Unione Europea, la quale vuole assicurarsi che il nuovo prodotto di Zuckerberg sia conforme in merito alle politiche di Marketing e di GDPR (Il regolamento generale sulla protezione dei dati).

Secondo le affermazioni del creatore di Meta, il suo esercizio non si distacca molto dall’utilizzo di Instagram, la quale funge da modello di partenza. Infatti, gli utenti hanno la possibilità di poter condividere “la propria prospettiva di vita” attraverso la pubblicazione di post chiamati “threads” (cui parola inglese può essere tradotta in italiano con “filo”). Questo schema di base è rafforzato con la presenza delle funzioni di “mi piace”, “commento” e “menziona”, le quali creano delle lunghe catene di conversazione che collegano users a livello internazionale. In effetti, questo “legame” essenziale tanto reclamato rappresenta proprio il concetto di base contenuto all’interno della parola “thread” stessa che alla fine nomina la piattaforma.

Siccome molte delle funzionalità dell’applicazione sono integrate con l’app di Instagram, Zuckerberg ha confermato che l’accesso al contenuto digitale sarà facilitato per gli utenti facenti parte della famiglia di Meta. In particolare, viene previsto il mantenimento dei followers dell’utente di riferimento e le medesime credenziali di accesso. Ciononostante, sembrerebbe che la piattaforma pone le sue fondamenta su delle strutture di tipo testuale al contrario delle app sorelle, Instagram e Facebook, dove la funzione multimediale è predominante.

Grazie alla presenza di queste caratteristiche, Threads pare molto rispecchiare le funzionalità di Twitter inducendo una concorrenza accanita dove vede come punto focale tutta quella fascia di utenza che effettivamente non è soddisfatta del servizio fornito da Elon Musk.

Sarà quindi questo il motivo che ha spinto Elon Musk a trasformare completamente Twitter negli ultimi giorni?

Il 23 luglio il proprietario di Twitter ha, infatti, annunciato cambiamenti radicali della piattaforma: con il nuovo nome d’impatto “X” e il nuovo logo minimal, Elon Musk sembra voler rinunciare al microblogging per creare un’«app per tutto», ben più ampia, con servizi integrati fra comunicazione e fintech.

Che il nuovo piano di rebranding di Twitter sia una mossa strategica di Elon Musk per esplorare nuovi territori non ancora battuti da Meta?